Verso l’8 Marzo: “Con amore, Frida Kalho"

Verso l’8 Marzo: “Con amore, Frida Kalho"

"Con amore, Frida Kalho". E' cosi che Frida firmava i suoi dipinti, prima di donarli con affetto e gratitudine al suo medico curante. Nota come Frida Kalho, Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderónnasce a Coyoacán, in Messico. Ama vivere, ama dipingere e ama suo marito Diego, in maniera cosi struggente e profonda, da definirlo il suo secondo incidente (dopo quello devastante avuto con un tram), a causa dei suoi continui tradimenti. Costretta a vivere immobile nel suo letto dopo l’impatto violentissimo tra il bus sul quale viaggiava ed un tram, non si lascia però travolgere dalla disperazione, ma tenta in ogni modo di rimanere quello che è sempre stata: una donna dal temperamento cosi forte che era arrivata addirittura a cambiare l’anno della sua nata di nascita, indicando il 1910 anzichè il 1907, pur di definirsi “figlia della rivoluzione messicana”, iniziata per porre fine alla dittatura del generale Porfirio Diaz. Decide cosi di continuare a dipingere, di non rinunciare a se stessa, di essere presente nonostante un corpo ormai assente. Diventa lei stessa un’opera d’arte, vestendosi con i colori della sua terra e intrecciandosi i capelli con fili di lana e fiori voluminosi e brillanti; diventa lei stessa un’opera d’arte ritraendosi su quelle tele poste vicino al letto, su cavalletti appositamente costruiti, mentre guarda il suo riflesso nello specchio che si è montata sopra il letto; diventa lei stessa un’opera d’arte quando trasmuta la sua anima attraverso il manico, la ghiera ed il pelo dei suoi pennelli fino a quelle tele di cotone. E la sua immensa e prepotente voglia di vivere nonostante tutto, la ritroviamo nitida nei suoi ultimi dipinti: frutta succosa e voluttuosa, fiori freschi e luminosi, colori che trasmettono allegria e buonumore sono i veri protagonisti.

Il cibo è l’energia che permette la vita, e questo Frida lo sa bene, e per questo lo celebra. Ma il dolore, lo strazio, il dispiacere comunque presenti nella sua mente e nel suo corpo li ritroviamo nei particolari: i frutti sono divisi, aperti, tagliati a metà. Eppure la bellezza di Frida sta tutta in questa costante dualità: dipingere nature morte trasformandole, come nel suo meraviglioso “Natura Viva”, dove quei frutti divisi a metà lo sono poi solo all’apparenza, poiché le loro radici, in realtà, sottoterra si ricongiungono fino a formare la scritta “Naturaleza Viva”: Natura Vivente. Fioritura e sfioritura  possono coesistere, come processi naturali che si susseguono e si rincorrono incessantemente, nell'immenso giardino variopinto della nostra anima.